La Regione: "Disponibilità impianti a Viterbo, Aprilia e Rocca Cencia". La sindaca: "Probabile aumento Tari". Il Comune chiede la sorveglianza per gli impianti che trattano rifiuti. Sotto sequestro il gabbiotto da cui vengono manovrate le telecamere di sorveglianza
All'indomani dell'incendio del Tmb sulla Salaria, a Roma, "si sta scongiurando qualsiasi tipo di emergenza grazie anche alla collaborazione con la Regione Lazio e il ministero dell'Ambiente, anche per prevenire il picco natalizio che c'è sempre". Lo ha detto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, a margine dell'inaugurazione del Tim 5G Innovation Hub che si è svolta oggi a Roma. "La cabina di regia è al lavoro. Abbiamo una serie di soluzioni - ha concluso - per dare risposte nel medio e lungo periodo". La Regione Lazio ha trasmesso ad Ama la lista degli operatori che nell'ambito dei confini regionali si sono fatti avanti per accogliere i rifiuti della Capitale: la disponibilità c'è negli impianti di Viterbo, Aprilia (Latina) e in località Rocca Cencia a Roma dove oltre a un impianto Ama ce n'è anche uno privato. Il periodo di riferimento copre un mese. Intanto il Campidoglio ha inviato al ministro dell'Ambiente Sergio Costa una lettera per chiedere, attraverso il coinvolgimento anche dei Ministeri dell'Interno e della Difesa, una maggiore sorveglianza e presidi di sicurezza per gli altri siti di deposito e trattamento rifiuti che servono la città. In particolare, secondo quanto si apprende, si sarebbe chiesto di porre particolare attenzione al Tmb di Rocca Cencia.
Probabile aumento Tari. "Tmb non riaprirà"
La sindaca è poi tornata sul probabile aumento della Tari, già ventilato ieri. Se la chiusura dell'impianto Tmb "fosse stata programmata come era di fatto nelle nostre intenzioni sarebbe stato a costo zero. Oggi dovendo ricollocare all'improvviso 800 tonnellate al giorno mi sento di dire che ci saranno degli effetti sulla tariffa", ha detto. "La chiusura - ha proseguito - sarebbe avvenuta quando Roma avrebbe diminuito la produzione dei rifiuti indifferenziati. Tuttavia cercheremo di limitare al massimo i disagi e con la collaborazione di tutti troveremo delle soluzioni".
Sul futuro del Tmb Salario a chi le chiedeva se riaprirà la sindaca ha risposto: "evidentemente no, l'incendio lo ha reso inutilizzabile ed è sotto sequestro da parte della procura, quindi tutto il tempo che gli inquirenti riterranno necessario tenerlo chiuso per effettuare gli accertamenti, l'impianto sarà chiuso. È assolutamente antieconomico rimettere in funzione un impianto che nelle nostre previsioni avrebbe funzionato al massimo fino al 2019, o all'inizio del 2020, per poi essere chiuso".
Intanto i vigili del fuoco sono ancora al lavoro nella struttura per spegnere gli ultimi focolai. I pompieri sono sul posto con 5 squadre e stanno effettuando un 'raffreddamento' per evitare che il materiale possa riprendere fuoco.
Arpa: "Da rogo inquinamento dell'aria"
L'Arpa Lazio ha rilevato, in seguito al rogo, un aumento dell'inquinamento atmosferico registrato nella giornata di ieri dalla centralina di Villa Ada, che ha superato i limiti di legge: "Si ritiene - afferma l'Agenzia per la protezione ambientale nella relazione di stamattina - che il valore registrato risenta del contributo delle emissioni generate dall'incendio". In particolare del valore del Pm10, cioè il particolato: lunedì 10 il valore di Villa Ada era di 21 microgrammi/metro cubo, mentre ieri era salito a 56, oltre cioè il limite di legge di 50.
La relazione dell'Arpa rileva nelle centraline del Comune di Roma il giorno dell'incendio, rispetto al Pm10, "un generale incremento delle concentrazioni rispetto ai giorni precedenti" con due picchi: quello di Villa Ada e uno a Tiburtina (54 microgrammi/metro cubo). Per il primo, quello di Villa Ada, viene specificato espressamente che esso "risente del contributo delle emissioni generate dall'incendio del Tmb". La relazione in ogni caso si concentra sulle tre centraline più vicine all'impianto, cioè Bufalotta, Villa Ada e Francia, che si trovano a circa 3-4 chilometri dal luogo dell'incendio.
Secondo i dati dell'agenzia regionale inoltre "i parametri di biossido di azoto, monossido di carbonio, biossido di zolfo e benzene misurati durante l'evento (dalle 4 di mattina alle 16 del pomeriggio) risultano in linea con quelli misurati nelle giornate precedenti e al di sotto dei limiti di legge". Analogo risultato hanno dato le altre centraline potenzialmente interessate dal passaggio della 'nube'. "Nelle ore serali e nella notte di martedì - spiega ancora Arpa - si rileva un aumento delle concentrazioni pur non registrando superamenti dei limiti".
Anche stamattina in alcune zone della Capitale è stato avvertito un odore acre, soprattutto nei quartieri in linea d'aria limitrofi al Tmb. "Il forte odore è legato alla presenza collettiva in aria di un insieme numeroso di composti chimici diversi che complessivamente determinano la molestia", si legge nella relazione di Arpa Lazio sulla qualità dell'aria, datata stamattina in merito al maxi incendio che ha devastato ieri l'impianto Tmb di via Salaria a Roma. "Non bisogna meravigliarsi - scrive dunque Arpa - se i singoli inquinanti (biossido di azoto, benzene, biossido di zolfo) monitorati dall'Agenzia e relativi alla verifica dei limiti previsti dalla norma per la qualità dell'aria (d.lgs. n.155/2010) non hanno evidenziato criticità".
L'inchiesta: sequestrato il gabbiotto
La Procura ha posto sotto sequestro il gabbiotto che 'custodisce' il sistema di videosorveglianza dell'impianto, inattivo dal 7 dicembre scorso. Un'iniziativa allo scopo di verificare se ci sia stata una manomissione delle telecamere. Immediatamente dopo l'incendio, che è scoppiato ieri mattina distruggendo buona parte del Tmb, sono stati sentiti dagli inquirenti gli operai dell'Ama presenti sul posto e alcuni dirigenti della municipalizzata (tra i quali il responsabile dell'impianto). Anche l'assessora capitolina all'Ambiente Pinuccia Montanari è stata ascoltata come persona informata sui fatti.
I vigili del fuoco stanno svolgendo degli approfondimenti su tutti i possibili inneschi del rogo nell'area da dove si è sviluppato l'incendio, senza escludere l'ipotesi dell'autocombustione. Il Tmb salario fu oggetto già di un incendio nel maggio del 2015 e i magistrati, guidati dal procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, consulteranno i fascicoli relativi a quell'evento. Al momento non risulta alcun iscritto nel registro degli indagati, dove però per ora viene ipotizzato il reato di disastro colposo.