La legislazione italiana (Legge 257/92) ha vietato l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti contenenti amianto.
E’ ormai un dato di fatto che l’amianto, è un materiale ad alta pericolosità per la saluta umana.
L’Inail ha riservato grande attenzione alla tematica amianto e alla mappatura di aree contaminate da tale sostanza. Infatti, l’Istituto ha promosso un Bando di Ricerca in Collaborazione (Bric 57/2016), con l’obiettivo di evidenziare diverse tecniche per l’identificazione e il riconoscimento delle superfici contenenti amianto attraverso immagini telerilevate.
A supporto dei tradizionali metodi di censimento, è stato impiegato il telerilevamento che consente risultati più accurati:
1) consente una prima individuazione a distanza di estese superfici potenzialmente contaminate;
2) riduce tempi e costi di esecuzione della mappatura, limitando il numero di sopralluoghi;
3) consente di effettuare in maniera speditiva aggiornamenti periodici.
Tra i vari vantaggi offerti dal telerilevamento, il più importante è la limitazione dei sopralluoghi, diminuendo così i rischi per gli operatori (infortuni ed esposizione all’amianto).
Al progetto promosso dall’Inail, hanno partecipato
l’Istituto Metodologie per l’Analisi Ambientale del Cnr, l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia e l’Università degli Studi di Milano Bicocca, con il coordinamento del Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit).
L’Inail ha inoltre investito in tale ambito procedendo alla formazione di personale qualificato, attraverso borse di studio e dottorati di ricerca (presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”).
Innanzitutto, attraverso il telerilevamento, si possono ottenere diversi dati come:
ortofoto (fotografia geometricamente corretta che fornisce informazioni utili utile solo per analisi foto interpretative basate sulle caratteristiche di colore, tessitura e geometria della scena ripresa),
immagini multi/iperspettrali
(immagini composte da più “strati” chiamati bande).
Nello specifico il numero di bande corrisponde al numero di canali di acquisizione del sensore. In base al numero di bande possiamo parlare di immagini
multispettrali (circa una decina di bande) o
iperspettrali (decine/centinaia di bande).
L’informazione contenuta in ogni singolo elemento dell’immagine (pixel) descrive il comportamento spettrale (spettro) della superficie corrispondente. Tale comportamento è determinato dalle proprietà chimico-fisiche del materiale. Tanto più numerose sono le bande e stretto l’intervallo spettrale di ciascuna (risoluzione spettrale), maggiore è il grado di dettaglio dello spettro e quindi la possibilità di individuare caratteristiche diagnostiche. Il riconoscimento delle superfici nelle immagini iperspettrali si basa sulla posizione e forma spettrale delle bande diagnostiche dei materiali (firma spettrale).
Per l’acquisizione di ortofoto e di rilievi iperspettrali vengono utilizzate le piattaforme aeree che, con sorvoli a quote comprese mediamente tra 3000 e 1000 m, forniscono dati importanti. Per l’acquisizione dei dati è possibile utilizzare diversi tipi di piattaforme: satellite, aereo/ elicottero, drone, o da terra (con spettroradiometri - proximal sensing). Quest’ultime vengono scelte in base a obiettivi e ai risultati che si vogliono raggiungere.
Una volta acquisite le immagini, l’elaborazione richiede l’ausilio di altri parametri come la forma e la tessitura degli oggetti nonché il rapporto geometrico rispetto agli oggetti adiacenti; questo consente di ottimizzare l’utilizzo dei dati acquisiti dai sensori satellitari ad elevata risoluzione geometrica ma bassa risoluzione spettrale.
Non è sempre è facile individuare la presenza di manufatti di sospetta composizione di amianto con la probabile conseguenza di non ottemperare all’accertamento e all’attuazione delle attività successive previste dalla Normativa di settore.