La Manovrina 2017, appena varata dal Governo, esclude purtroppo la possibilità di cedere il credito d'imposta relativo all'Ecobonus condominiale agli istituti finanziari. Arenderlo noto;è Rete Irene, network di aziende nato con la volontà di diffondere la cultura della riqualificazione energetica.
Secondo Rete Irene «tale divieto riduce;drasticamente la potenzialità di stimolo degli incentivi a causa delle maggiori difficoltà e dei più elevati costi di transazione connessi alla ricerca di cessionari capienti al di fuori della categoria dei soggetti finanziari;Analoghe motivazioni, declinate a favore della sicurezza e dello sviluppo economico delle zone caratterizzate da elevato rischio sismico, valgono a motivare l’abrogazione del divieto di cessione alle banche in relazione agli interventi di miglioramento strutturale degli edifici condominiali.
Quale che sia l’intenzione dell’Agenzia delle entrate (emanare a breve il provvedimento o attendere la conversione in legge del decreto), sarebbe;opportuno insistere su un punto che può essere determinante per favorire la diffusione di schemi efficaci di cessione delle detrazioni, ovvero che;possano essere cedute dai beneficiari anno per anno, secondo necessità, anche a soggetti cessionari diversi;
Al contrario, la cessione detrazioni "in blocco" renderebbe assai più rigidi e onerosi i trasferimenti a causa del maggior rischio imposto ai cessionari. Questi infatti dovrebbero accollarsi il rischio di non riuscire a compensare le quote di detrazione per un periodo (decennale) esteso ben oltre le normali capacità di previsione e programmazione. Il novero dei soggetti interessati ad acquistare le detrazioni sarebbe fortemente limitato. I maggiori oneri che ne deriverebbero, oltre a rendere meno appetibili gli investimenti, si riverserebbero sul costo degli interventi e, in ultima analisi, anche sull’impegno dello Stato che li incentiva.
Non si deve infine dimenticare che gli interventi che, ai sensi delle disposizioni indicate, beneficiano della facoltà di cessione sono quelli che riguardano le parti comuni degli edifici condominiali. In tale contesto, normalmente caratterizzato da eterogeneità di situazioni ed esigenze dei diversi soggetti coinvolti, scarsa fiducia e tendenza a procrastinare le decisioni di intervento, ogni aspetto che rende più complicate, onerose o rigide le proposte tecniche, economiche e finanziarie si traduce in un ostacolo aggiuntivo alla possibilità di pervenire a decisioni condivise.»