Il fumo di sigaretta potenzia l’effetto dell’amianto. Entrambe le sostanze sono state agenti». L’ha detto il perito dell’accusa, specializzato in anatomia patologica, rispondendo alle domande della difesa nel processo a carico di due ex direttori della Michelin di Cuneo, Giancarlo Borella e Roberto Mantelli, imputati per omicidio colposo. La famiglia di un manutentore meccanico di Cuneo, morto per tumore ai polmoni nel 2004 a 53 anni, si è costituita parte civile;
«Ho ricostruito l’anamnesi medica con cartelle cliniche ed esami istologici - ha spiegato - e quella lavorativa con i documenti di Michelin, Inail e Spresal. Il dipendente non aveva malattie precedenti, lavorava a contatto con fumi di gomma calda e manipolava manufatti contenenti amianto, fumava 20 sigarette al giorno. È deceduto in poco tempo perché la neoplasia polmonare, diagnosticata in ospedale a Cuneo, era in stato avanzato. Si è tentato con chemioterapia e radioterapia, ma si tratta di un tumore molto aggressivo con scarsa possibilità di sopravvivenza».
Rispondendo alla domanda sulle cause, l’esperto ha detto: «La concomitanza con più fattori (fumo ed esposizione all’amianto, fino agli anni ’80 non c’erano le protezioni attuali) ha un effetto acceleratore».